Rinnovabili in Italia, rapporto Irex: un passo indietro

energie rinnovabili

Le rinnovabili in Italia fanno segnare una battuta d’arresto. Il Belpaese, nell’ultimo decennio, è stato punto di riferimento nella corsa alle energie green, affermandosi come modello virtuoso e perfettamente in grado di ossequiare alle imposizioni dell’Unione Europea, specificate nel Piano 20 20 20.

Ora, però, emergono le prime difficoltà strutturali: nonostante un investimento da 12 miliardi di euro annui, le risorse iniziano a scarseggiare, i vecchi finanziamenti governativi vanno via via esaurendosi e, al momento, non ne sono previsti di nuovi. Insomma, lo slancio della green economy italiana potrebbe presto arenarsi tra le briglie della burocrazia e di una progettualità carente; gli obiettivi previsti da Bruxelles per il 2030 iniziano a fare paura.

La denuncia del rapporto Irex

Il rapporto Irex è elaborato ogni anno dalla società Althesys, specializzata nelle attività di consulenza strategica con particolare attenzione ai settori ambientale e delle utilities. In relazione all’anno 2016, lo studio ha messo in evidenza una flessione nella produzione di energia elettrica attraverso fonti fotovoltaiche, con una perdita dell’1,7% nei confronti delle rilevanze del 2015. Da una parte, va specificato come l’irraggiamento solare nell’ultimo anno concluso è stato inferiore rispetto al 2015 ma, d’altra parte, va sottolineato che il Belpaese rappresenta, fin dagli albori, un’eccellenza riguardo alla produzione di energia dal sole e che un arresto della crescita nel comparto fotovoltaico e da prendere in seria considerazione.

Serve un cambio di rotta?

Giunge così il momento di porsi delle domande mirate: serve un cambio di rotta, mirato a favorire i microinvestimenti. Come sottolinea Alessandro Marangoni, CEO di Althesys: “Serve una nuova politica mirata, che magari punti più sulla qualità degli interventi che sulla quantità dei denari elargiti. E serve una grande iniziativa sul fronte normativo per facilitare le installazioni anche di piccola taglia con strumenti di supporto indiretto come le detrazioni fiscali”.

Snellire la macchina burocratica

Il lento esaurimento del sistema di incentivazione potrebbe non essere il reale problema italiano: nel Belpaese, si stima un LCOE (costo dell’elettricità per fonte, ovvero il costo totale della produzione di energia tenendo conto dei costi e del ritorno dell’investimento) pari a “78 euro a megawattora nelle migliori condizioni di insolazione, superiore di circa 12 euro rispetto a quello francese per larga parte a causa di oneri fiscali e burocratici, scandisce il rapporto Irex”.

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