Energia marina: come funziona, le tipologie più diffuse

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Avete mai sentito parlare di energia marina, come funziona e quante tipologie ne esistono al mondo? Prima di procedere con definizioni ed ulteriori dettagli, partiamo con una premessa: circa il 70% della superficie terrestre è ricoperta di acque, per lo più oceaniche. Ciò vuol dire che, se sfruttate appieno, possono diventare in breve tempo fonti di energia davvero inesauribile per la popolazione mondiale. Ecco il motivo per il quale sta prendendo sempre più piede l’energia marina, una nuova fonte di energia rinnovabile, in passato troppo poco utilizzata.
Ma scopriamo di più su questa energia marina, come funziona e i procedimenti più diffusi per produrre elettricità.

Energia marina: come funziona?

Per energia marina si intende l’energia che viene estratta e successivamente convertita in elettricità dal movimento del mare e degli oceani. Partiamo dal presupposto che attualmente il mondo ha davvero tanto bisogno di energia rinnovabile: l’effetto serra, l’inquinamento, le industrie che producono elettricità e che generano anche una quantità enorme di CO2 stanno progressivamente distruggendo e deteriorando la salute del nostro pianeta, in modo del tutto irreparabile. Ecco perché l’energia marina rappresenta una valida alternativa ai danni dell’inquinamento.
Ma come si estrae energia dal mare e dagli oceani? Gli studiosi hanno raccolto 3 modalità molto efficaci. Scopriamole.

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Energia marina: come funzionano le tre modalità

Dopo aver compreso cos’è l’energia marina, ecco le tre modalità di estrazione di energia più utilizzate dagli studiosi del mare:

  • Energia del moto ondoso: in questo caso, l’energia è raccolta dal moto costante delle onde, provocate dal vento. Più precisamente, l’energia alimenta una turbina che produce costantemente elettricità. Lo scopo è sfruttare zone oceaniche soggette a venti forti e produrre più energia possibile. Lo svantaggio, però, è che non tutte le zone del mondo sono abbastanza ventilate da alimentare una turbina e produrre il funzionamento del generatore;
  • Energia talassotermica: in questo caso si sfrutta la differenza di temperatura tra la superficie del mare (più calda) e la sua profondità, molto più fredda. Il funzionamento si basa come sulle centrali a vapore: un fluido evapora l’acqua nella sua superficie che a sua volta attiva una turbina che permette di riportare l’acqua allo stato liquido tramite condensatore. Questo tipo di energia viene poco utilizzato poiché necessita di una struttura notevole e costi elevatissimi di installazione;
  • Energia tramite ingrediente salino: la fonte energetica dipende dalla diversa concentrazione di sale presenti nelle acque dolci e salate e che, attraverso una membrana specifica e una serie di processi fisici di molecole, permettono di produrre una pressione cosiddetta osmotica, in grado di generare energia rinnovabile.

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