Energia dalle alghe: a che punto siamo oggi?

energia dalle alghe

Ottenere energia dalle alghe: non è fantascienza né un progetto avveniristico e lontano dalla portata della contemporaneità, bensì un’alternativa concreta, tangibile e già in corso di sperimentazione che ha già portato risultati significativi. Produrre biocarburanti dalle alghe marine situate nei fondali di mari e oceani è una possibilità ancora da scoprire a fondo, ma con ampie possibilità di successo.

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Energia dalle alghe: lo studio americano

I primi a interessarsi alle alghe marine e a studiarne possibili usi nel campo delle energie rinnovabili sono stati gli statunitensi. Gli approcci iniziali da parte degli americani al tema delle alghe e alla possibilità di un loro utilizzo per la produzione di biocarburante risale già agli anni ‘70 del secolo scorso. Nel 2017, il Dipartimento dell’Energia statunitense ha deciso di stanziare 1,5 milioni di dollari per promuovere due differenti progetti volti a indagare la possibilità di ottimizzare i sistemi di raccolta delle alghe marine e la possibilità di trasformare in carburante le biomesse presenti al loro interno, proponendo un sistema alternativo a quello dell’estrazione di combustibili fossili. La ricerca ha portato i suoi frutti e, oggi, è possibile produrre una nuova tipologia di petrolio greggio partendo da una mistura di alghe e acqua in solo un’ora e ad un prezzo tutto sommato non eccessivo.

Energia dalle alghe: lo studio olandese

Seguendo l’esempio americano, è stato promosso uno studio simile anche in Olanda. Ad aprile del 2018 è partito il nuovo progetto, affidato a un team di ricerca dei Paesi Bassi, per cercare di elaborare un sistema capace di sfruttare l’azione combinata dell’energia solare e delle biomasse delle alghe al fine di ottenere una nuova risorsa rinnovabile. L’obiettivo dei ricercatori è quello di produrre risultati concreti prima dell’inizio dell’Expo 2020, in programma a Dubai a partire dal 20 ottobre del prossimo anno.

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Le potenzialità delle alghe marine

L’Unione Europea ha prefissato l’obiettivo di incrementare del 10% entro il 2020 l’utilizzo di biocarburante nei trasporti. Ad oggi, tra le varie sperimentazioni effettuate, la più soddisfacente è quella che ha avuto come oggetto di studio l’alga Kelp: si tratta di un’alga bruna che cresce spontaneamente sulle sponde degli oceani che trova già vasto impiego in cucina, e in modo più limitato, nella medicina omeopatica e in erboristeria. Essa è ricca di minerali come iodio, potassio e calcio e tali caratteristiche la rendono una possibile risorsa anche in ambito delle energie rinnovabili.

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