La domanda di energia aumenterà del 58% in 30 anni

domanda di energia

Entro il 2050, la domanda di energia a livello globale aumenterà drasticamente, fino a raggiungere se non addirittura superare il +58% del fabbisogno rispetto a oggi. A rivelarlo è uno studio congiunto condotto da ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis (Austria), dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Italia) e della Boston University (Stati Uniti).

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I cambiamenti climatici faranno aumentare domanda energia

Lo studio congiunto delle equipe austriaca, italiana e americana, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, getta nuove ombre sul futuro del Pianeta. Secondo la ricerca, a causare il significativo innalzamento della domanda di energia saranno soprattutto i cambiamenti climatici: la necessità di raffreddare gli ambienti, attraverso l’uso sempre più massivo di condizionatori sia in ambito privato che, soprattutto, nelle grandi strutture, provocherà un picco della richiesta energetica, con ovvie conseguenze a livello di equilibri ambientali. L’analisi tiene in conto la possibilità che, da qui al 2050, le temperature medie si innalzeranno di due gradi.

Previsioni basate su 21 modelli climatici

Lo studio ha preso in considerazione fattori ambientali, economici e reddituali, tenendo in considerazione le previsioni di aumento delle temperature riportate in 21 modelli climatici. Sono state processate anche informazioni di carattere storico e sociologico relative agli ultimi 30 anni, come spiegato dall’economista italiana Enrica De Cian, che ha preso parte allo studio per conto dell’istituto italiano: “Abbiamo anche studiato i dati storici negli ultimi 30 anni per vedere come le persone rispondono agli ‘shock’ di caldo e freddo, modificando i consumi”, sono state le sue parole all’ANSA.

+58% di domanda energetica è l’ipotesi più nefasta

Le stime dello studio, però, analizzano diversi scenari, in cui un possibile aumento della domanda energetica fino al 58% è solo la più estrema, sebbene possibile e, dunque, da tenere in assoluta considerazione. L’aumento del fabbisogno sarebbe causato dal ricorso sempre più invasivo di soluzioni per il raffreddamento, con un aumento della domanda pronta ad attestarsi tra il 25% e il 58% in più in caso di incrementi delle temperature fino a 2 gradi. Con aumenti più contenuti, nell’ordine del +1,4% nei prossimi 30 anni, il parallelo aumento della domanda si attesterebbe tra il +11% e il +27%.

Ciò, ha spiegato ancora la De Cian: “avrà un impatto diretto sui sistemi energetici, dal momento che le imprese e le famiglie richiederanno meno gas naturale, petrolio ed elettricità per via delle minori esigenze di riscaldamento e viceversa più energia elettrica per soddisfare le maggiori esigenze di raffreddamento degli ambienti”.

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La situazione in Italia

In Italia, secondo l’analisi, la situazione sarà soggetta a forti variazioni a seconda che si analizzi il Nord, il Centro o il Sud della Penisola. La ricercatrice ha spiegato che “al Nord ci sarà meno domanda di energia in inverno e maggiore in estate, ma è soprattutto al Sud che aumenterà la domanda di energia nella stagione calda per raffreddare gli edifici”. Altro fattore da considerare sarà quello del reddito delle famiglie; come spiegato da Bas van Ruijven, coordinatore della ricerca per conto dell’austriaca International Institute for Applied Systems Analysis: “Minore è il livello di reddito, maggiore è la quota di reddito che le famiglie dovranno spendere per adattarsi all’aumento della domanda di energia”.

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