Smaltimento acque reflue domestiche: normativa e sanzioni

smaltimento acque reflue domestiche

Lo smaltimento delle acque reflue domestiche è tra i problemi più annosi per la salute e l’igiene pubblica. La sua cattiva gestione ha causato, nel recente passato, numerose malattie, e lo sviluppo di epidemie tra le quali dissenteria, epatite e colera.

Le acque reflue vengono distinte a seconda della loro origine. In generale, quelle domestiche derivano da insediamenti di tipo residenziale quali abitazioni private, attività turistiche e commerciali e altre strutture simili come caserme, impianti sportivi, bar e ristoranti.

Le acque reflue domestiche confluiscono dai sistemi di scarico delle abitazioni, e vengono di solito classificate in:

    • acque nere, riconducibili alle attività umane e provenienti dal wc;
    • acque grigie, scaturite dall’uso di docce, vasche, lavabi e bidet dei bagni ma anche da classici elettrodomestici da cucina come lavastoviglie e lavelli;
    • acque meteoriche, ossia l’insieme delle acque provenienti dalle precipitazioni atmosferiche (rugiada, pioggia, neve, grandine, ecc.).

Smaltimento acque reflue domestiche in pubblica fognatura

Con riferimento allo smaltimento delle acque reflue domestiche il Ministero dell’Ambiente ha introdotto nel corso degli anni diverse importanti novità. Stando all’articolo 107, comma 2, del decreto legislativo 152/2006 lo scarico in rete fognarie delle acque reflue domestiche è sempre consentito “purché osservino i regolamenti emessi dal gestore del servizio idrico integrato ed approvati dal rispettivo Ente di governo dell’ambito”.

Se la fognatura è di tipo privato, il proprietario dell’abitazione ha l’obbligo di convogliare le acque reflue domestiche alla rete nera della pubblica fognatura con specifiche tubazioni, avendo cura di non effettuare alcuna immissione in altri collettori.

Le case ubicate in zone rurali possono avvalersi di alcuni metodi alternativi per lo smaltimento delle acque reflue, poiché eccessivamente distanti dalla fognatura. Per una corretta gestione delle acque reflue è opportuno utilizzare dei sistemi di smaltimento alternativi, tra cui la fossa biologica e la fitodepurazione.

Normativa scarichi acque reflue

La normativa sugli scarichi delle acque reflue è soggetta alle diverse amministrazioni locali.

Secondo l’art. 124 del Decreto Legislativo n°152 del 3.4.2006 “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati” e devono rispettare dei valori limite secondo la tabella sui limiti di emissione previsti dall’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006.

Nel caso in cui si effettuino gli scarichi di acque reflue domestiche senza autorizzazione o con autorizzazione sospesa o revocata, sono previste delle sanzioni amministrative che variano da un limite minimo di seimila euro ad un limite massimo di sessantamila euro.

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