Centrali elettriche a carbone in Italia: numeri e piani futuri

centrali elettriche a carbone in Italia

Le centrali elettriche a carbone in Italia sono ben dodici, il paradosso è che non abbiamo miniere di carbone. Stando agli ultimi dati emersi da un’indagine del WWF, tra non meno di 50 anni il combustibile fossile più inquinante al mondo cesserà di essere una risorsa disponibile in natura. Ecco le soluzioni in programma.

Centrali elettriche a carbone in Italia: riconversione in vista?

Chiudere le centrali elettriche a carbone in Italia è possibile. Ad affermarlo è il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che, davanti alle Commissioni Ambiente e Attività produttive, ha reso nota la nuova strategia a favore delle energie rinnovabili, privilegiando lo stato di salute e benessere dei cittadini e la sostenibilità ambientale. L’importante obiettivo sarà raggiunto entro il 2030, e costerà alla nostra nazione una cifra approssimativa pari a 3 miliardi di euro.

Centrali elettriche a carbone in Italia: le cifre

Come già accennato, sono dodici le centrali elettriche a carbone presenti in Italia, sparse in diverse regioni della penisola quali Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio, Puglia e Sardegna. È il Gruppo Enel a detenere la maggior parte delle centrali a carbone italiane, ben otto di esse; le altre sono: due sono di proprietà della A2A S.P.A., una della E.ON e una della Edipower. Le centrali a carbone italiane coprono solo il 13,5 per cento del totale dei consumi di energia elettrica nazionale e sono la principale causa di emissione di CO2, una sostanza altamente inquinante che provoca ogni anno 521 morti per cause strettamente legate alla combustione del carbone.

Il carbone in Italia

Le risorse minerarie del sottosuolo italiano sono estremamente scarse. I pochi giacimenti minerari sono stati via via abbandonati perché, ad oggi, risulta essere molto più conveniente importare i minerali dall’estero, piuttosto che procedere con la loro estrazione.

Tralasciando i giacimenti sardi del Sulcis Iglesiente, in Italia non esistono altre miniere di carbone attive. Riaperta nel 1997 dopo 25 anni di inattività, la miniera di carbone denominata Carbosulcis conta 500 lavoratori impiegati, per una produzione pari ad un milione di tonnellate all’anno di carbone, ritenuto di bassa qualità in quanto presenta dei valori troppo alti di zolfo. La restante parte del carbone che utilizziamo proviene da Stati Uniti, Sudafrica, Australia, Indonesia, Colombia, Canada, Cina, Russia e Venezuela.

La miglior fonte di energia è il rinnovabile

La strategia energetica nazionale si sta rinnovando, in favore di un approccio completamente nuovo fondato su tre pilastri: competitività, ambiente e sicurezza. In linea con le nuove normative UE, l’Italia sta mettendo in atto un modello energetico ecosostenibile, incentrato sulle fonti di energia rinnovabili, con l’obiettivo di abbandonare definitivamente i combustibili fossili nel più breve tempo possibile.

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