Ecobonus 110 e sostenibilità ambientale: una sfida da vincere a tutti i costi

casa sostenibile

Negli ultimi anni la problematica della riqualificazione degli edifici è diventata sempre più preponderante per un Paese come il nostro, che non spicca di certo per il buono stato di conservazione del suo patrimonio edile.

Un esempio? Secondo le ultime ricerche di settore si stima che sul suolo italiano siano presenti almeno 12 milioni di unità abitative in scadenti condizioni, dovute soprattutto all’età di costruzione (una gran parte hanno tra i 30 ed i 50 anni) ed alla carenza di un qualsiasi piano di isolamento termico, non previsto nemmeno in fase progettuale.

Il risultato di tutto questo? Chi di voi conosce la classificazione energetica degli edifici sa bene come questa possa influire positivamente o negativamente sulla valutazione degli edifici in sede di vendita.

Circa i tre quarti di questi 12 milioni di edifici sono inseriti nella classe G, l’ultima in assoluto, che sta a significare il trovarsi ad abitare in edifici che consumano molto più di quello di cui necessitano, con uno scarso o nullo livello di isolamento termico (ambiente molto caldo ed umido in estate, molto freddo in inverno, con la continua necessità di ricorrere a riscaldamenti e condizionatori a seconda del periodo).

Forse l’unico aspetto positivo degli ultimi mesi di pandemia è stato proprio il porre in evidenza la questione del vivere in ambienti riqualificati dal punto di vista energetico, con un occhio quindi anche alla sostenibilità ambientale (non dimentichiamo che più si consuma, più si immettono nell’atmosfera Co2 ed altri gas ad effetto serra).

Ecco perché grande importanza è stata data alla nuova agevolazione fiscale per riqualificare i vecchi edifici, che prende il nome di Ecobonus 110.

Come molti di voi sapranno si tratta della possibilità di realizzare degli interventi di ristrutturazione dell’edificio atti a garantirne la riqualificazione energetica, ottenendo in cambio uno sgravio fiscale pari al 110% della spesa preventivata, e consentendo così di effettuare i lavori con una spesa praticamente pari a zero.

Non vogliamo entrare nei particolari riguardanti l’attuazione del decreto, in quanto ci sono numerosi approfondimenti, tra cui alcuni molto interessanti che consentono di verificare le modalità di attuazione del bonus 110 (come quelle previste per i condomini, o per le seconde case anche unifamiliari).

La cosa importante è che questo tipo di agevolazione presenta ancora molti punti da chiarire, in particolare non deve passare il messaggio che si tratti di un intervento applicabile in qualunque caso:

  • in primis bisognerà attestare che con questi interventi si garantisce il miglioramento di almeno due classi energetiche per l’edificio in questione o, qualora non fosse possibile, il raggiungimento della classe più elevata (e non è uno step che si raggiunge così facilmente);
  • nei lavori che vengono eseguiti deve essere sempre garantita la presenza di almeno un intervento trainante (vengono definiti come tali gli interventi di isolamento termico, di sostituzione di impianti di climatizzazione ormai vecchi, o i lavori che garantiscono una riduzione del rischio sismico).

Sostenibiltà ambientale e riqualificazione energetica: non una moda, ma una necessità

Che si tratti di Ecobonus 110 o di altre forme di agevolazione fiscale (non dimentichiamo che già negli ultimi anni sono stati disponibili altri bonus fiscali per la ristrutturazione degli edifici, come il classico Ecobonus con detrazione compresa tra il 50 ed il 65%, il Sismabonus, il Bonus per la ristrutturazione delle facciate) dobbiamo comprendere come queste opportunità che ci vengono date non devono solo essere viste come un mezzo per “rifarsi la casa a costo zero” (cosa tra l’altro nemmeno vera, in quanto è necessario affidarsi prima a tecnici esperti per comprendere quali interventi sono realmente necessari e se consentono di poter effettuare la richiesta di concessione dell’agevolazione, e poi a ditte specializzate che sappiano come potersi muovere all’interno dei confini di applicazione del bonus), ma come un modo per contribuire, attraverso abitazioni che eccellono sul piano della spesa energetica (e che garantiscono quindi un elevato benessere termoigrometrico per chi ci abita), al raggiungimento di quelli che sono gli obiettivi che si pone di raggiungere il nostro Paese entro il 2030:

  • elevata efficienza energetica;
  • aumento dell’utilizzo di fonti rinnovabili;
  • drastica riduzione delle emissioni di Co2.

Partire dalla singola abitazione o da un intero condominio, e arrivare progressivamente a ripensare un modello di abitazione più sostenibile, è il modo giusto per arrivare con il tempo ad ottenere vantaggi che migliorino la qualità dell’ambiente che ci circonda.

Usufruire di agevolazioni fiscali come il 110 consente di riprogettare la casa secondo quelle che sono le nostre reali esigenze, nel rispetto di un ambiente sempre troppo bistrattato dall’uomo. Lo si è capito già durante i mesi del lockdown quanto sia necessario curare lo spazio nel quale si vive non solo dal punto di vista degli spazi, ma soprattutto dal punto di vista dei consumi.

Ecobonus 110 e rispetto dei Criteri Ambientali Minimi

In tal senso anche la scelta di considerare l’obbligatorietà del rispetto di alcuni Criteri Ambientali Minimi, ossia di quei requisiti ambientali che devono possedere i materiali utilizzati per la riqualificazione dell’edificio, è un modo di far intendere che questi lavori sono pensati non solo per svecchiare gli edifici, ma anche per ripensarli sotto una modalità il più possibile sostenibile.

Con il decreto sull’Ecobonus 110 si è difatti stabilito l’obbligo di rispettare questi criteri (i cosiddetti CAM) già in fase progettuale. I materiali che andremo ad utilizzare per i lavori devono, quindi, rispettare 3 criteri fondamentali:

  • una determinata percentuale del materiale che si usa deve, una volta terminata la sua vita utile, poter essere sottoposta a selettiva demolizione (quindi essere disassemblata) e successivamente riciclati o recuperati;
  • si richiede anche una percentuale minima di materiali composti proprio da materie riciclate o recuperate;
  • si esclude tassativamente l’utilizzo di componenti dannose per l’ambiente o alle quali siano stati aggiunti additivi a base di piombo, mercurio, arsenico, ecc., sostanze o miscele classificabili con le indicazioni di pericolo.

La sfida che porta a vivere in città sostenibili dal punto di vista ambientale è sicuramente affascinante e ben lungi dall’essere vinta. La speranza è che i prossimi anni consentano, anche grazie a questo genere di agevolazioni, di poter imprimere un cambiamento radicale non solo a molte abitazioni ormai datate e scadenti sul piano energetico, ma anche al modo di pensare l’edilizia stessa, puntando sempre di più alla sostenibilità ed al rispetto dell’ambiente.

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