Mobilità sostenibile in Italia: meglio il Nord, male il Sud

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Secondo lo studio Mobilitaria, presentato mercoledì scorso a Rimini, è il Sud la zona d’Italia ancora troppo indietro per quanto concerne la mobilità sostenibile. Le zone migliori? Il Nord ed il Centro, merito della costruzione di piste ciclabili e zone pedonali e all’implementazione di zone a traffico limitato.

Cosa dice lo studio Mobilitaria

Mercoledì 8 Novembre 2017, a Rimini, presso la rassegna Eco Mondo- Key Energy è stato presentato lo studio Mobilitaria, che si occupa di analizzare la qualità dell’aria in 14 città metropolitane italiane, prendendo in considerazione il decennio 2006-2016.

Lo studio è stato svolto da Kyoto Club, un’associazione no profit che promuove iniziative di sensibilizzazione e formazione in campo energetico, e CNR-HA, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Secondo l’analisi, è il Sud il fanalino di coda per quanto riguarda la mobilità sostenibile: le iniziative per combattere l’inquinamento dell’aria e il PM10 non sono ancora abbastanza per contrastare il fenomeno. Il Nord si trova invece decisamente un passo avanti, grazie alla costruzione di piste ciclabili, zone pedonali e a Traffico Limitato. Il tasso di motorizzazione ha subito una rilevante decrescita nella maggior parte delle città settentrionali. È anche il car sharing grande protagonista dei progressi registrati: di fatti, dal 2013 è stato registrato un incredibile aumento di utilizzo del servizio in almeno 4 città metropolitane.

L’importanza della mobilità sostenibile

Secondo lo stesso studio, nonostante nel decennio 2006-2016 sia riscontrabile un miglioramento dell’aria, le città settentrionali sono ancora caratterizzate da un livello di concentrazione di inquinamento atmosferico ancora superiore rispetto ai limiti fissati. Un esempio, è il livello di PM10 che in città come Milano, Torino, Venezia, Roma e Napoli ha superato in modo significativo il limite prefissato per legge.

Cosa fare per incrementare la mobilità sostenibile

Secondo lo stesso studio, entro i due anni, ogni città dovrebbe necessariamente approvare i PUMS, (Piani Urbani della Mobilità Sostenibile) cercando di attuare dei piani d’azione che coinvolgano la sharing mobility, la mobilità elettrica e quella sostenibile. Un secondo passo è approvare il Piano Generale dei Trasporti e Della Logistica che comprenda sempre uno spazio relativo alla mobilità e alla salvaguardia dell’ambiente.

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